Free Article: Il Pensiero Sociale 2 - I Quattro Passi Del Pensiero Sociale

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Il Pensiero Sociale 2 - I Quattro Passi Del Pensiero Sociale: 'Italian/Italiano Article'

Il Pensiero Sociale 2 - I Quattro Passi Del Pensiero Sociale

Italian/Italiano Article

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Gli amici sono quelle persone che ci fanno sentire bene con noi stessi. Pur essendo questa una semplice verita’, creare delle amicizie e’ un processo complicato, specialmente per gli individui autistici o con disturbivi pervasivi dell’apprendimento sociale.

Gli amici sono quelle persone che ci fanno sentire bene con noi stessi. Pur essendo questa una semplice verita’, creare delle amicizie e’ un processo complicato, specialmente per gli individui autistici o con disturbivi pervasivi dell’apprendimento sociale.


Un’altra verita’ che emerge da anni di lavoro con individui autistici ad alto funzionamento e’ che le persone autistiche desiderano, come tutti gli altri, che le persone si dimostrino amichevoli nei loro confronti; anelano all’amicizia e detestano crearsi nemici. Non sono diversi dalle persone neurotipiche nel desiderare di avere e mantenere relazioni sane con gli altri. La differenza sta nella diversa abilita’ del loro cervello di negoziare le sottigliezze che regolano e mantengono un’amicizia.


Bambini e adulti autistici hanno grosse difficolta’ ad interpretare il significato dei messaggi degli altri. Inoltre, di frequente, inviano messaggi totalmente diversi dalle loro intenzioni, che confondono gli altri. Perfino gli autistici ad alto funzionamento o con sindrome di Asperger sono inconsapevoli di come vengono visti e giudicati, per le azioni che compiono e dei messaggi che inviano con il loro comportamento. Possono essere completamente ignari del fatto che gli altri li percepiscono come scontrosi, antipatici o asociali solo perche’ non reciprocano un saluto. Il nostro compito di genitori ed educatori e’ quello di spezzare questi concetti complessi in piccole parti, comprensibili e pratiche.


Per iniziare vediamo dove e quando avviene il pensiero sociale. I nostri studenti (adulti inclusi) di solito rispondono che il pensiero sociale si utilizza quando c’e’ una interazione sociale, come stare con gli amici, giocare a carte, ecc... Bisogna sempre spiegare e discutere un po’ con loro, prima che riescano a realizzare che il pensiero sociale e’ attivo ogni volta che ci troviamo a condividere uno spazio con qualcun altro, anche se manca una comunicazione diretta. Quanti di noi spostano il carrello della spesa a destra, vedendo che un altro ci sta venendo incontro? Questo e’ pensare socialmente.


Il pensiero sociale e’ un’attivita’ che si svolge anche quando non siamo in compagnia ma pensiamo agli altri. Quando siamo soli, ci capita di analizzare, nella nostra testa, le relazioni sociali passate, chiedendoci se l’altra persona ha interpretato le nostre azioni secondo le nostre intenzioni. Telefoniamo o mandiamo un’email per chiarire un messaggio o chiedere scusa quando ci rendiamo conto che possiamo essere stati fraintesi, o quando le nostre azioni sono state semplicemente sbagliate. Questo e’ il pensiero sociale in azione!


Il pensiero sociale domina la nostra mente per la maggior parte della giornata. Usiamo il pensiero sociale prima, durante e dopo un incontro. Il pensiero sociale ci aiuta a determinare come comportarci in modo da ottenere come reazione negli altri dei pensieri positivi nei nostri confronti. Se il nostro scopo e’ quello di aiutare i nostri studenti a diventare dei pensatori sociali migliori, insegnargli semplicemente un’abilita’ sociale non e’ abbastanza. Dobbiamo anche insegnargli dell’esistenza dei pensieri degli altri, delle loro menti e opinioni, che sono diverse dalle nostre.


Come fare? Una strategia utile con studenti delle medie e piu’ grandi, e’ l’utilizzo dei quattro passi della “presa di prospettiva”, ossia quel processo che ci consente di metterci nei panni degli altri e vedere le cose dal loro punto di vista. Questi quattro punti aiutano lo studente a riconoscere e considerare l’importanza di cosa e come pensiamo agli altri e, di conseguenza, a come modificare il loro comportamento anche quando in una interazione la comunicazione e’ assente.  I quattro punti vengono utilizzati in ogni interazione sociale:


  • Passo 1: Nel momento in cui due persone si trovano a condividere uno spazio comune, entrambi considerano e pensano all’altro.

  • Passo 2: Io considero le intenzioni e le motivazioni dell’altro; se sembrano sospette, terro’ d’occhio la persona piu’ attentamente. Allo stesso modo l’altra persona considera le mie intenzioni e  motivi.

  • Passo 3: Ognuno di noi considera cosa gli altri pensano di noi, chiedendosi se hanno un’opinione positiva, negativa o  neutrale e se c’e’ un passato tra di noi su cui basare queste opinioni.

  • Passo 4: Io controllo e possibilmente modifico il mio comportamento, in modo che gli altri pensino di me quello che io penso di loro. Gli altri fanno lo stesso nei miei confronti.


Questi quattro passaggi avvengono in millesimi di secondo e intuitivamente, a livello inconscio. I primi tre passi implicano il pensiero sociale; solo l’ultimo fase richiede anche un comportamento.


Nella discussione con i nostri studenti, cerchiamo sempre di evidenziare come questo processo e’ basato sul presupposto che tutti noi desideriamo che gli altri abbiano dei pensieri positivi nei nostri confronti, anche quando l’interazione e’ breve. In questa affermazione ammettiamo anche il suo opposto: nessuno vuole che gli altri abbiano pensieri negativi su di noi. Per i nostri studenti autistici puo’ essere davvero difficile concepire che gli altri abbiano pensieri diversi dai loro, e ancora piu difficile capire che questi pensieri possono essere piu’ o meno buoni. La maggior parte degli studenti ASD non si ferma mai a considerare che anche loro hanno opinioni positive o negative sugli altri.


Inoltre , molti dei nostri studenti non tengono conto dell’importante ruolo che la memoria sociale svolge nelle interazioni quotidiane. Tutti noi abbiano ricordi sociali emozionali inerenti alle varie persone, basati su come queste ci fanno pensare a loro nel corso del tempo. Le persone le cui azioni provocano pensieri “normali” o positivi nella nostra mente vanno considerate come amichevoli e, quindi, con maggiori probabilita’ di diventare amici rispetto a quelli che ci provocano pensieri negativi. Quando insegnamo il pensiero sociale non solo aiutiamo lo studente a riconoscere che deve essere sempre responsabile del proprio comportamento ma anche del ricordo che lascia alla gente che lo incontra. Il motivo per cui chiamo qualcuno, un collega, per scusarmi di una mia azione, verra’ interpretato positivamente e determinera’ un ricordo sociale migliore nella loro mente.


I quattro passi della “presa di prospettiva” si attivano ogni qualvolta condividiamo uno spazio con gli altri e sono il requisito indispensabile per il funzionamento di ogni studente nella classe. Una regola tacita a scuola e’ che tutti gli studenti e gli insegnati partecipano in un mutuo pensiero sociale, considerando gli altri membri della classe; par ogni studente e’ responsabile del proprio comportamento e, di conseguenza, si impegna autonomamente a controllarlo. Ma se lo studente non e’ in grado di capire e usare i suddetti quattro passi, si verifica un problema di comportamento.


Gli studenti con difficolta’ nell’apprendimento sociale devono imparare cognitivamente quello che gli altri acquisiscono in modo naturale ed intuitivo. Per aiutarli a capire le diverse prospettive, dobbiamo insegnargli attivamente questi quattro punti. Per capire piu’ a fondo questi concetti , provate a considerare, in una giornata, quali sono i vostri pensieri sociali e che impatto hanno le vostre azioni sugli altri. Il vostro pensare socialmente puo’ servirvi da guida nell’insegnamento agli studenti ASD. Gli educatori scoprono spesso che una volta che, questo processo e’ suddiviso e spiegato in parti, gli  studenti si dimostrano alquanto interessati ai pensieri propri e degli altri. Le azioni e le dinamiche dell’interazione risultano finalmente comprensibili e sensate anche ai loro occhi, e possono correlarle alla loro esperienza.


Al fine di coltivare il pensiero sociale nei nostri studenti autistici ai livelli piu’ alti di funzionamento, e’ fondamentale che non ci limitiamo a insegnare loro come “comportarsi” e come “usare le abilita’ sociali in maniera appropriata”, ma dobbiamo mostrare soprattutto come il comportamento sociale scaturisce dal pensiero sociale.


Nel prossimo articolo discuteremo di un argomento strettamente correlato, i quattro passi della Comunicazione.


*Per ulteriori informazioni sulle strategie di insegnamento del pensiero sociale potete leggere il libro di  Michelle G. Winner, Thinking About You Thinking About Me (2007) e Think Social! A Curriculum for school age students (2005).


Michelle Garcia WinnerLogopedista (CCC-SLP) di fama internazionale e’ considerata una terapista innovatrice nel trattamento di persone con difficolta’ dell’apprendimento sociale. E’ inoltre un’ autrice prolifica, un’ insegnante appassionata e una relatrice entusiasta. Nel suo studio-clinica privato a San Jose, (California), Michelle e il suo team di logopediste offrono consulenza e terapie individuali e di gruppo, a servizio delle famiglie e delle scuole.

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